La chiamano la giornata della memoria, ma la memoria solitamente implica un ricordo di vita vissuta, sentimenti, emozioni che si imprimono nella nostra mente.
E' incredibile come un avvenimento che non si è vissuto possa imprimersi nella memoria, situazioni che non ho vissuto, dolori ed umiliazioni che non ho provato.
Eppure noi li ricordiamo, viviamo il loro dramma senza averlo sentito sulla nostra pelle.
Lo sentiamo nostro attraverso i racconti che ci hanno lasciato, attraverso le immagini, attraverso quei campi di concentramento che trasudano ancora tanto odio e tanto disprezzo verso la vita umana.
La giornata della memoria per non dimenticare uno dei capitoli più tristi della storia.
Come può sentirsi una persona che viene sradicata dalla propria vita, colpevole solo di essere diversa, ma diversa da cosa?
Immagino un viaggio in treno con altre persone, silenziose, inconsapevoli del proprio destino ma consapevoli che quel treno non ti riporta a casa, mai!
Immagino scendere da quel treno, il tuo futuro è li davanti a te, ha il corpo fragile ricoperto di stracci bianchi e neri, il viso sporco di terra, gli occhi spenti di chi non è in grado di versare neanche più le lacrime.
Immagino un campo di concentramento.
Immagino spari, urla, pianti, rumori, frasi. Immagino un soffio che si infila tra i corpi freddi di chi non ha resistito, un soffio forse desiderato, un soffio che arriva tra tanti altri e che non crea scalpore ma si porta via l'anima di una persona innocente.
Immagino queste montagne di cadaveri, come fossero rifiuti, accatastati in un angolo. Magari qualcuno tra loro ancora respira ma non importa perchè presto smetterà di farlo.
Immagino la dignità dell'uomo calpestata, persone ridotte ad un numero di serie.
Immagino il dolore di una persona nel vedere il proprio corpo ridursi ad ossa, l'annullamento mentale e fisico.
Immagino la rassegnazione.
Immagino la disperazione.
Immagino i sogni e i desideri svanire tra la polvere e il filo spinato.
Immagino il freddo, immagino il buio.
Ciò che non posso immaginare è cosa spinge un uomo a ridurre un proprio simile ad una "cosa".
Non immagino quale possa essere la forza che ti spinge a premere un grilletto che in un urlo soffocato porta via una persona, persona che come te ha una famiglia, una casa, un lavoro, dei sogni...
Non immagino l'arroganza nel decidere che qualcuno sia migliore di qualcun'altro.
Non immagino lo schifo di sperimentare e abusare su corpi vivi o morti che siano.
Come potevano fare tutto ciò ed andare a letto tranquilli la sera?
Ricordiamo queste persone che per la follia dell'uomo hanno provato sulla loro pelle la vergogna, la malattia, il dolore, la morte...
Sono loro a chiedercelo, non rendiamo nullo il loro sacrificio.
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
(Primo Levi, Se questo è un uomo, 1947)
giovedì 27 gennaio 2011
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2 commenti:
Non c'è niente al mondo che mi ghiaccia il sangue come quelle parole di Primo Levi.
Bella la tua riflessione. Ricordiamo qualcosa che non abbiamo vissuto. E' strano, ma inevitabile.
Finchè continuerai a domandarti come sia stato possibile, finchè continuerai a essere sgomenta, a soffrire e a ricordare, vuol dire che starai lottando per un mondo migliore. Perchè tutto questo non accada più. Perchè un uomo non debba arrivare a dover scrivere parole come quelle di Levi.
E' vero ha ragione Mirko, la tua riflessione è meravigliosa!!! non avevo mai pensato al fatto che ricordo qualcosa che non ho vissuto... e forse questo mi fa anche pensare che se riesco a rivivere dei momenti così tragici è anche grazie ai miei genitori e ai miei nonni che fin da piccola mi hanno insegnato l'importanza di questo giorno e di quanto è successo durante la guerra.. e così faremo anche noi con i nostri figli... dobbiamo tramandare la speranza per una vita migliore...
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